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L’emozione e l’atmosfera di una grande attesa  hanno connotato la “scasata” della Varia, un rito che si ripete da secoli a Palmi (Rc), in onore della Madonna, venerata come Maria Santissima della Sacra Lettera, patrona e protettrice della città e in migliaia, da ogni dove, sono giunti per assistervi.

La Varia di Palmi

Una Piazza I Maggio gremita ha accolto la festa della Varia che  è stata riconosciuta dal 2013  patrimonio dell'Umanità dall'Unesco e che fa parte della Rete delle grandi macchine a spalla italiane.

Un ricorrenza che lega Palmi e Messina. Le origini risalgono alla fine del XVI secolo. Quando nella città peloritana e in particolare nella zona reggina della Calabria si diffuse la peste.

I Palmesi diedero ospitalità a quanti vi giunsero, fuggendo dalla città siciliana, e si adoperarono per dare aiuto agli abitanti che lì erano rimasti.

In segno di ringraziamento per questa generosità venne donata una sacra reliquia, secondo tradizione, conservata quale uno dei capelli della Madonna.

Quella stessa reliquia che il giorno precedente la “scasata” della Varia,  assieme all’effige argentea della Vergine, durante l’anno custodita nella concattedrale di San Nicola, viene portata in processione per le vie cittadine.

Fra tradizione e fede,  suggella il culmine di due settimane di manifestazioni il coinvolgente evento del passaggio dell’imponente carro votivo,  su corso Garibaldi, percorso in due direzioni e la conclusione in piazza I Maggio, con l’Animella, la bambina posta in cima alla Varia che saluta la folla.   

Un rito particolarmente significativo per i Palmesi, suggestivo per chi vi assiste, per la prima volta, tra stupore e incredulità.

La Varia simboleggia l'Universo e l'assunzione in Cielo della Vergine.

È una macchina complessa con i circa suoi 16 metri di altezza, nei quali accoglie SoleLuna rotanti e circa trenta  figuranti: il Padreterno che prende posto in cima della Varia, immediatamente sotto l'Animella, gli Angeli e gli Apostoli.

 

La figura del Padreterno durante il corteo

Una macchina complessa che deve funzionare alla perfezione, trainata da duecento portatori, detti ‘mbuttaturi, e appartenenti al cinque antiche corporazioni della città di Palmi: Artigiani, Bovari, Carrettieri, Contadini e Marinai.

Quanto sia faticoso trainare la Varia, lo rivelano le loro camice bianche intrise di sudore, i loro volti provati, quanto profonda e radicata sia questa consuetudine nell’animo, quanto sia vissuta con devozione, lo raccontano la gioia, la commozione e la soddisfazione sui loro visi, come della  folla.

Un  rito corale di partecipazione e pathos che unisce una comunità, divenendone tratto identitario.

Colpisce il passaggio della Varia, ma anche i momenti che la procedono:  il corteo con le corporazioni, le autorità e il trono sulla quale prenderà posto  l’Animella, giunti a casa Tigano, il calore che le si manifesta nella piazza,  i balconi addobbati a festa. 

Gli sbandieratori richiamano con la loro presenza, il passato risalente lontano nel tempo  di questo rito.

Tra religiosità e folclore sono tanti gli aspetti da cogliere, ciascun gesto ha un significato, racchiude un’altra sua piccola storia, a saper osservare e ascoltare.

Sta negli aneddoti che svela un anziano signore tra la folla, in una preghiera sussurrata tra le labbra, nella tradizione di un detto rivolto alla Madonna.                                                                                                                                                                                 Maria Patrizia Sanzo

 

 

Alcuni dei momenti più significativi della festa ( da sinistra a destra, dall'altro in basso): una delle corporazioni durante il corteo, la portantina con l'Animella prima del passaggio della Varia, un dettaglio della Varia e  Portatori.