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Con questo terzo articolo prosegue l'itinerario intrapreso per descrivere e raccontare il paese, curato dagli alunni del Progetto "Oltre l’aula" dell'Istituto comprensivo "Corrado Alvaro" di Chiaravalle Centrale (Cz). Con quest'articolo facciamo tappa anche ad Olivadi.

L'anfiteatro Sant'Elia

Una volta Olivadi era popolato da molte persone che sono arrivate con dominazioni straniere nel corso della sua storia.

Il Comune di Olivadi è famoso perché luogo di nascita, nel 1653, del Venerabile Padre Antonio di Olivadi.  Entrato nell’Ordine dei Cappuccini, è diventato molto conosciuto per il suo modo di predicare durante la messa e di comportarsi.

Il patrono di Olivadi è Sant’Elia. La festa ricorre il 20 luglio. 

Il paese è stato più volte colpito da terremoti. A Sant’Elia gli abitanti riconoscono l’aiuto in uno di questi terribili sismi.

Il terremoto del 1947 distrusse completamente la Chiesa matrice, più volte riedificata nel corso dei secoli. Nel 1953 si decise di costruirne un’altra, dedicata a Santa Maria delle Grazie. È stata inaugurata nel 1964. L’ex Chiesa Matrice dedicata a Sant’Elia, è stata trasformata in anfiteatro, dove si tengono tanti eventi.

Nel 1908 nel comune di Olivadi c’è stata una protesta popolare, dovuta ai mancati aiuti per la ricostruzione dopo il terremoto di tre anni prima. Alla caduta di una pietra è seguito un tumulto nel corso del quale sono morte quattro persone e altrettante sono rimaste ferite.

Nel 1600 c’era un mulino a pietra, nel quale macinavano il grano e poi ce n’è un altro ancora oggi funzionante.

A Olivadi c’è un laghetto, chiamato Zimbe, dove si possono fare scampagnate.  Passeggiando nel centro storico si possono ammirare antichi portali.

I piatti tipici di Olivadi sono: “pasta e posa”, pasta e ceci, spaghetti con aglio e olio che mangiavano soprattutto i soldati nei tempi passati, come mi ha raccontato mio nonno.
                                                                                                                                                                           Samuele Catanzariti

Articolo redatto con la supervisione della professoressa Rosalba Macrì, tutor del progetto, e della giornalista Maria Patrizia Sanzo, quale esperta esterna.