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Con questo secondo articolo prosegue l'itinerario intrapreso per descrivere e raccontare il paese di Chiaravalle, curato dagli alunni del Progetto "Oltre l’aula" dell'Istituto comprensivo "Corrado Alvaro" di Chiaravalle Centrale (Cz). Oggetto di quest'uscita la tradizione musica e uno paccato della realtà economica.

 

La musica a Chiaravalle

Chiaravalle ha una lunga tradizione musicale. A condurci nella sua riscoperta, sono stati Giovanni Donato e Gianfranco Corrado, protagonisti della realtà musicale degli ultimi decenni.

Giovanni Donato ed una foto nella quale è riprodotto anche suo padre alla chitarra

Giovanni è figlio di Peppino Donato, un personaggio di rilievo nel panorama musicale delle Serre, custode di una tradizione orali fatta di serenate con la chitarra battente e canti ad aria, di una musica che accostava la zampogna agli strumenti a fiato.

Allo stesso si deve anche un lavoro di ricerca, che non è passato inosservato ad antropologi e studiosi di tradizioni musicali.

Giovanni Donato ha tracciato, nel ricordo, la figura di suo padre e del patrimonio musicale che ha trasmesso, ha descritto i diversi aspetti della musica tradizionale calabrese: il folklore, gli strumenti, i contenuti sociali, le serenate, la convivialità, la gioia, l'allegria.

Ma anche la fatica dura di una classe rurale che in quella musica, affidava una preghiera al cielo nella speranza di un buon raccolto.

La musica era dialogo tra cielo, terra ed i suoi elementi. La musica era socialità, scambio tra le persone, tra i contadini che si spostavano a piedi per lungi tragitti da una provincia all’altra per la raccolta del grano, per esempio. La musica era accoglienza, condivisione di ciò che si aveva.

«Rispetto ad oggi – ha osservato Giovanni Donato – ci si guardava in faccia un pochino di più».

Ha illustrato: gli strumenti che spesso i musicanti costruivano da sè con materiali poverissimi, la peculiarità degli strumenti musicali calabresi, la chitarra battente, la lira, il fischiotto, il corno, la zampogna.

Il passaggio dalla musica tradizionale alla musica leggera si deve ad un altro personaggio che ha lasciato un segno importante nella realtà musicale del passato, Nicola Sestito, come evidenziato da Giovanni Donato e da Gianfranco Corrado dell’Associazione “Evviva la musica”.

Veniva da una tradizione di musica americana, negli anni Sessanta /Settanta, in una stanzetta aveva creato una scuola di musica. Insegnava a suonare gli strumenti, metteva assieme musicisti e li faceva suonare. A lui si deve la nascita dei primi gruppi musicali. A Chiaravalle non si suonavano più solo le musiche popolari.

 

Gianfranco Corrado

Uno dei più noti gruppi del tempo erano “I Lupi” che con un premio guadagnarono anche la ribalta nazionale. 

Un altro gruppo di quegli anni erano i Blue Angels.

Erano gli anni della nascita delle radio libere che hanno portato la musica ovunque. Ed anche questa rappresentò per l’epoca una rivoluzione e tantissimi ragazzi si appassionarono alla musica. 

Anche i supporti per ascoltare la musica cambiarono e ciò agevolò la diffusione della musica e della cultura musicale, come avvenne in generale nella società di quel tempo. 

L'incontro con Gianfranco Corrado ha fornito l’occasione per riflettere su come i cambiamenti sociali siano avvenuti anche in riferimento agli strumenti ed ai supporti con i quali si ascoltava la musica.

In un primo periodo si usava il giradischi che aveva un valore equivalente più o meno a 300 Euro e il disco che poteva contenere dieci diverse canzoni che costava può o meno delle odierne 20 Euro.

Poi si è passati alle musicassette da ascoltare con il walkman e il contenuto variava a seconda della durata della canzone. L’avvento del Cd ha consentito di contenere 100-150 canzoni.

Oggi per ascoltare musica si usa per la maggior parte il telefono, tramite Spotify e Youtube.

Tra i protagonisti della realtà musicale dei giorni nostri e degli ultimi decenni: Ernesto Schinella, rivelazione del programma “Ti lascio una canzone” e co-conduttore di un programma televisivo con Pupo, Ivan Ritrovato, Domenico Tino, Mimmo Donato, Enrico Pitaro, Francesco Ciancio e Francesco Tino. È rappresentata anche la musica classica. Il maestro Gallo ha creato Chiaravalle a Chiaravalle una banda musicale.

                                                                       Samuele Catanzariti, Maria Nicoletta Gullì, Giorgia Macri, Andrea Pio Maletta e Angelica Scolieri

Attività commerciali e realtà produttive

Nel nostro viaggio alla scoperta del territorio di Chiaravalle abbiamo fatto visita a esercizi commerciali e incontrato operatori dell’economia locale,

 

Incontro con l’apicultore Peppe Posca

L'apicultore Peppe Posca

Da circa dodici anni si dedica alle api da quando, assecondando la sua passione per i semi antichi, ha conosciuto un apicultore piemontese che lo ha introdotto in questa fantastica realtà. Possiede 215 arnie.

«Aprire un’arnia è come aprire un mondo. Nell’alveare non comanda la regina, ma tutti. È una società democratica, ciascuna ha un suo ruolo. È una famiglia.

L’alveare sopravvive se tutte le api collaborano. Le api insegnano che insieme si è più forti. Le api insegnano che nella vita è sempre bene avere un piano B e loro lo hanno nel loro nel compiere il loro tragitto alla ricerca di polline e nettare», ha spiegato Peppe Posca.

Le api sono rimaste sempre tra il selvatico e il domestico ed esistevano già al tempo dei dinosauri.

Le api consegnano “messaggi d’amore” da un fiore all’altro, da una pianta all’altra, grazie al loro prezioso lavoro di impollinazione. Se le api venissero meno, circa il 75% di ciò che portiamo in tavola non ci sarebbe più. Con il loro lavoro contribuiscono alla biodiversità, a mantenere cioè la varietà di piante.

Le api risentono del cambiamento climatico e degli sbalzi di temperatura, dei danni all’ambiente compiuti dagli uomini. Se si continua a inquinare la Terra non potremo avere risvolti positivi.

Le api vivono mediamente 40-45 giorni, in inverno dei mesi. L’ape regina può vivere sino a cinque anni.Le api si nutrono del polline e del nettare dei fiori. Oltre al miele, producono anche pappa reale, cera e propoli. Il miele è una medicina naturale, un alimento completo e altamente energizzante.  Il miele a seconda del tipo di fiore da cui viene succhiato il nettare si diversifica in sapore e tipologia.
Tra i prodotti di Peppe Posca anche delle ottime caramelle al miele.
                                                                                                               

                                                                                                                                                                                                      Classe I B

 Incontro con la tessitrice Chiara Pirroncello

La tessitrice Chiara Pirroncello

Chiara è una tessitrice di Chiaravalle che ha deciso di portare avanti la tradizione tramandata da sua nonna e da sua madre, aprendo un laboratorio tessile circa undici anni fa. Realizza tappeti, coperte, vestiti, borse e prodotti tessili della tradizione, ma sempre con uno sguardo di modernità.

Ha collaborazioni con importanti realtà del territorio calabrese ed è stata ospite anche di trasmissioni televisive di carattere nazionale. Di recente ha presentato una sua collezione di vestiti a Milano. È presente, nel Nord Italia, in negozi di nicchia dedicati all’artigianato.

Chiara Pirroncello lavora il lino, la seta, la lana e il cotone. Preparare un telaio è operazione complessa che richiede da uno a due giorni. Il tessuto nasce dall’intreccio di trama e ordito.

Il disegno nasce dal movimento dei fili dell’ordito che avviene attraverso i licci. In Calabria abbiamo disegni sia di origine bizantina che grecanica. I nomi dei disegni dei tessuti variano da zona a zona.

«È importante che la tradizione tessile – ci ha spiegato – sia stata trasmessa di generazione in generazione, ma è importante anche studiare per andare oltre. Se non sai cosa vuoi fare non sai cosa ottieni dopo.

Questo mestiere era tradizionalmente femminile, mentre maschile nella tradizione orientale. Le donne della nostre parti tessevano per una questione di economia domestica, per preparare il corredo della famiglia: coperte, lenzuola, asciugamani, tovaglie, tappeti e tessuti per i vestiti. Se nell’antichità erano regine e dee, a custodire quest’arte nel recente passato erano donne che non sapevano leggere e scrivere ed è per questo che molte cose si sono perse».
       

                                                                                                                         Manuel Dominelli, Luigi Donato, Vincenzo Rauti, Giovanni Sanzo

 

L’incontro con la tessitrice ci ha offerto anche l’occasione per un tuffo nella mitologia.

Aracne e la sfida alla dea Atena

La sfida tra Aracne e Atena. Fonte foto Noinonni.it

Aracne era una fanciulla conosciuta per la sua grande abilità di tessitrice, per la grazia e delicatezza con le quali realizzava le sue tele.  Orgogliosa della sua bravura, un giorno fece l’imprudenza di sfidare la dea Atena, anche lei famosa per le sue capacità di tessitrice. Atena, sorpresa ed adirata nell’apprendere la notizia, si travestì da vecchia e si recò da Arance suggerendole di annullare la sfida. Quest’ultima ebbe la presunzione di credere che Atena non avesse il coraggio di competere con lei. Atena non si ritirò. Iniziarono a tessere le tele. L’opera di Aracne era di gran lunga la più bella. Atena iraconda strappò la tela della rivale. Quale condanna per averla sfidata la condannò a tessere per tutta la vita e la trasformò in un ragno.

                                                                                                       Nicola Coniglio, Maria Nicoletta Gullì, Giorgia Macrì, Angelica Scolieri

 

Il mito di Penelope

La tela di Penelope fu un celebre stratagemma narrato nell’Odissea. Penelope per non addivenire a nuove nozze, stante la prolungata assenza del marito Ulisse da Itaca, aveva subordinato la scelta del pretendente all’ultimazione di quello che dovrebbe dovuto essere il sudario di Laerte, padre di Ulisse. Per impedire che ciò accadesse la notte disfaceva ciò che tesseva durante il giorno. Tutt’oggi si cita la tela di Penelope per fare riferimento ad un lavoro buono nelle intenzioni, ma impossibile perché non potrà mai avere termine.

                                                                                                                                                                                                            Nicola Coniglio

 

Il bar Ragno d’Oro

Peppe Staglianò

Tra gli esercizi commerciali storici di Chiaravalle, c’è il Bar Ragno d’oro. Aperto nel 1951 da Pasquale Staglianò e Anelia Graziani, oggi è gestito dal figlio Peppe e da sua moglie.

Il bar, se vogliamo, è stato il punto di osservazione del cambio dei costumi della società chiaravallese. La signora Anelia ha rappresentato una delle prime donne imprenditrici del luogo. La sua famiglia veniva da Pazzano ed aveva una fabbrica di gassose.

Il bar custodisce al suo interno foto d’epoca, in bianco e nero, riproducenti com’era la piazza principale del paese negli anni passati.

Non è stato sempre ubicato in piazza, prima si trovava a poche decine di metri di distanza, nello Stretto, che un tempo brulicava di uffici e negozi. C’era l’Ufficio delle imposte dirette, una banca. Dall’altra parte della piazza un importante circolo culturale.

Il bar una volta era un posto nel quale si andava nei giorni di festa e le domeniche per consumare dei liquori. Oggi si richiede, nei mesi estivi, molto gelato da asporto.
                                                                                                                                                                                                                    Classe I B

Lucciole per Lanterne, incontro con Letizia e Massimiliano

  Gli artisti Marialetizia Iozzo e Massimiliano Carminati

L’arte, la creatività ed il colore sono gli strumenti, negli ultimi anni, che gli artisti Marialetizia Iozzo e Massimiliano Carminati, hanno messo in campo per cambiare il volto di Chiaravalle e conferirgli vitalità.

Oxygen” è il nome del loro progetto. Molti scorci Chiaravalle hanno cambiato volto e sono diventati più accoglienti. Opera loro sono i personaggi dei fumetti dipinti sul muro del parco giochi.

Nell’ambito del loro progetto sono state dipinte le panchine del corso e 35 serrande di negozi, grazie al consenso entusiasta dei commercianti che hanno aderito.

«Dipingere – hanno raccontato – è trasmettere un messaggio, raccontare una storia, conservare la memoria delle storie di tante persone. È creare un’un’attrattiva e diffondere buonumore. L’arte è un modo di prendersi cura dei luoghi. L’arte può trasformare una città in un piccolo capolavoro».

                                                                                                                                                       Luigi Donato, Giorgia Macrì e Angelica Scolieri

 

Articolo redatto con la supervisione della professoressa Rosalba Macrì, tutor del progetto, e della giornalista Maria Patrizia Sanzo, quale esperta esterna.