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Con un applaudito concerto della Vienna Vegetable Orchestra si è chiusa, nell'auditorium del Conservatorio, la tre giorni del progetto "Edible Orchestra", prodotto dalla Fondazione Matera - Basilicata 2019.

Un momento del workshop tenutosi nel corso della tre giorni

Un'iniziativa voluta per focalizzare l'attenzione sul cibo, non solo come prodotto alimentare, ma anche e soprattutto come valore essenziale per il benessere e l'economia di una comunità.

Dopo la presentazione del libro dello chef lucano Federico Valicenti “Dalla tavola lucana al paradiso”,  dove ogni pagina risulta essere impastata e amalgamata a quella seguente, si è esibito il Food Designer Nick Difino che, insieme a 100 cittadini, ha realizzato con il cibo una vera e propria opera d'arte,  l’installazione “Les Tableaux Mangeant".

Nel corso della tre giorni si è esibito anche il food performer pugliese Don Pasta che, nell'auditorium del Conservatorio, ha messo in scena “United Food Of Matera”, una performance multimediale originale basata sulle testimonianze di otto cittadini materani e sulla loro relazione autentica con il cibo e la cucina.

Stefano Liberti, invece, ha presentato la lezione spettacolo “I signori del cibo. Viaggio nell’industria alimentare che sta divorando il pianeta”. Dal pomodoro globalizzato coltivato in Cina al suino geneticamente modificato, dai tonni che attraversano mezzo pianeta per finire in una scatoletta alla bresaola della Valtellina che viene dal Brasile, un viaggio a parole e immagini attraverso i meccanismi di funzionamento e i retroscena della grande industria alimentare.

Ma il momento centrale della tre giorni è stato rappresentato dalla Vienna Vegetable Orchestra che ha utilizzato gli ortaggi della terra lucana, offerti da Coldiretti Basilicata, partner di Matera 2019, per realizzare dei veri e propri strumenti musicali.

Vienna Vegetable Orchestra

I musicisti, nell'area del casale, nel Sasso Barisano, hanno prima incontrato i cittadini materani a cui hanno insegnato le tecniche per trasformare gli ortaggi in veri e propri strumenti musicali.

Poi nell'auditorium del Conservatorio, hanno proposto la loro esibizione utilizzando una enorme quantità di prodotti della natura.

Gli strumenti utilizzati? Eccone alcuni: melanzane (le più grandi presenti sul mercato), cetrioli, fagioli secchi, carote, cavoli, verze, grandi zucche,  porri, mazzetti di prezzemolo,  cipollotti,  ravanelli bianchi, e ancora  sedani rapa, peperoni grandi gialli rossi e verdi, cipolle e patate e zucchine.

E così aiutati da trapani e coltelli e giravite i musicisti della Vienna Vegetable Orchestra hanno trasformato le carote in flauti o in xilofoni, i porri in violini, i ravanelli in sassofoni e così via. Ma con un ospite d'eccezione, usato solo nel concerto materano, il peperone crusco. Il tipico prodotto lucano è servito per introdurre una originale versione de "Le sacre du printemps (La sagra della primavera)" ridenominata dalla Vienna Vegetable Orchestra "Le Massacre du printemps" con chiusura a base di ortaggi che rotolavano da una pedana verso il pubblico.

Al termine del concerto durato circa un'ora, pubblico in piedi e lunghi applausi non solo diretti alla Vienna Vegetable orchestra che da 20 anni si esibisce in tutto il mondo, ma anche e soprattutto al loro messaggio: i prodotti della natura sono importanti e sono indispensabili per la comunità, quindi vanno difesi ad ogni costo.

Gli ortaggi rimasti sono stati donati alla parrocchia di San Rocco di Matera,  per preparare un grande minestrone per i più poveri.