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Il legame tra zio e nipote, è speciale, unico, si custodisce oltre il tempo. Uno zio è un punto di riferimento, un esempio di vita, una guida, un confidente.

Tanto più quando quello zio ha rappresentato una figura carismatica, di grande forza e generosità, un frate cappuccino che per la sua bontà d’animo, nelle comunità in cui ha vissuto, ha lasciato un segno indelebile. Questo è stato Padre Paolo da Chiaravalle Centrale, che il nipote Paolo Sisinni ha inteso ricordare con una pubblicazione in occasione del sedicesimo anniversario del suo ritorno al Padre Celeste.

Una pubblicazione che è «fare memoria delle persone che ci hanno preceduto», come scrive nella presentazione Padre Pietro Ammendola, il quale prosegue «Padre Paolo, per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, non passava inosservato. La sua presenza imponente, la sua voce, il suo sorriso ma anche la sua ieraticità, conquistavano tutti».

Il volume contiene una ricostruzione biografica del frate cappuccino, alla quale si aggiungono aneddoti riportati dal nipote che contribuiscono a delineare il profilo umano di Padre Paolo, oltreché di autorevole religioso. Ci sono poi i ricordi di chi lo ha conosciuto ed apprezzato. Ampio anche il corredo fotografico.

Il lavoro, spiega il nipote, scaturisce da due motivazioni: dall’affetto verso suo zio e dalla constatazione che è ricordato ancora oggi da quanti lo hanno stimato e apprezzato per «la sua grande disponibilità nel venire incontro alle necessità spirituali e materiali di tutti coloro che si rivolgevano a lui».

La missione di Padre Paolo è stata contraddistinta dal suo lungo apostolato tra gli ammalati, ben quarantasette anni, come «cappellano dell’Ospedale prima di Via Acri e poi del "Pugliese", a Catanzaro, dove svolse il suo ministero fra gli ammalati per tutta la vita, eccetto una parentesi di tre anni, dal 1978 al 1981, all’Ospedale di Nicastro». L’ospedale, racconta il nipote, era diventato la sua seconda famiglia.

Nato con il nome di Ferdinando, Padre Paolo, entra in Convento nel 1944 a dodici anni, non per vocazione che verrà dopo, ma per seguire studi fino al ginnasio, dato che nel suo paese di origine, a quei tempi, c’era solo la scuola elementare. Compiuti questi studi, nel 1448 inizia il noviziato a Chiaravalle. Viene consacrato presbitero nel 1956. Con la popolazione del suo paese natale manterrà sempre un profondo legame di affetto.

Padre Paolo «amministrava i sacramenti – viene ricordato – sempre con un sorriso e una carezza», perdonava subito perché era convinto che perdonare non fosse un regalo a chi lo aveva ferito, ma un regalo che faceva a se stesso. Una sensibilità sollecitata in una famiglia umile, segnata dall’emigrazione in Argentina del padre, dall’esempio del sacrificio, del lavoro e da altri accadimenti che ne fortificarono il senso di giustizia e di solidarietà. «La sua voce possente, da bravo tenore –    riferisce ancora il nipote –   affascinava e incantava tutti, sia nelle celebrazioni liturgiche sia nelle ricorrenze di feste conviviali».

Padre Paolo, era stato anche un bambino molto vivace, che non mancava di fare le sue marachelle, un ragazzino curioso, caratteristiche che da grande gli consentirono di diventare una figura eclettica, che, oltre al saio, sapeva curare l’orto, tenere in mano un martello e attrezzi per accomodare ciò che occorreva. Una guida spirituale di spessore, ma anche un uomo di grande senso partico, capace di cogliere, con spirito di umana condivisione, empatia e benevolenza, i bisogni della gente.

Il libro “Padre Paolo da Chiaravalle Centrale” a cura del nipote Paolo Sisinni, sarà presentato con la collaborazione della Consulta della Cultura, domenica 12 ottobre, alle ore 17.30, presso il Convento dei Cappuccini di Chiaravalle Centrale (Cz), nella sala Padre Consolato.