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“Le strade di papà” di Giuseppe Puonzo è una storia autobiografica ricca di riflessioni sulla vita. Temi del romanzo: l’esperienza della paternità, la scoperta delle periferie del mondo, il viaggio in Africa e  i bambini insegnanti di vita. Appuntamento con l’autore alla Libreria dell’Acciuga.

 

Un uomo racconta se stesso: il volontariato e i giochi di magia per allietare i bambini dell’Africa e della Romania, la scoperta quotidiana dell’essere padre, il contatto con realtà segnate dalla povertà estrema, ma anche dalla speranza e dall’entusiasmo, nonostante tutto.
Il libro sarà presentato venerdì 16 marzo, alle ore 18.00, a Cuneo,  nella Libreria dell’Acciuga.

Christian Marino, trentottenne attivo sul fronte delle relazioni con i media per un consorzio di servizi sociali, sarà il moderatore dell’incontro.

Giuseppe Puonzo, nato a Torino trentasei anni fa, cuneese di adozione,  ha una laurea in comunicazione multimediale e di massa ed un lavoro in tipografia. 

“Le strade di papà” segna il suo esordio come autore. Il romanzo, pubblicato dalla casa editrice “Scatole Parlanti” per la collana “Soffi”, nasce dalla necessità di rendere omaggio alle persone che l’autore ha incontrato nel suo cammino. «L’opportunità straordinaria di poter vivere esperienze in diverse parti del mondo mi ha dato la possibilità di conoscere storie, di ascoltare, di avere a che fare con esseri umani che vivono vite assolutamente ordinarie in maniera straordinaria» dichiara Puonzo.
«Poi è nata in maniera rocambolesca mia figlia, Benedetta. Perciò - spiega l’autore - sentivo in qualche modo d’essere in debito con le persone e con la vita, e il mio  grazie è contenuto in un libro».

Nel suo romanzo, in primo piano, anche l’infanzia, rappresentata dalla sua bimba di due anni e dai bambini incontrati nelle periferie del mondo, con la loro capacità di meravigliarsi e di sognare. Sono loro a insegnare «a guardare le cose in maniera innocente e pura, senza nessun pregiudizio. Si stupiscono delle piccole cose e le trasformano in gioia: per questo, spesso, sorridono anche in situazioni difficili».
Dunque l’appello a recuperare la capacità salvifica dello stupore, «un sentimento straordinario, composito di meraviglia e attesa: chi è capace di meravigliarsi e di sperare, sicuramente si salverà».