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Si inaugurerà il prossimo 18 aprile 2019  e si potrà visitare fino al 23 giugno al Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo,  la  mostra  “Dei,  Uomini  Eroi. Dal  Museo  Archeologico Nazionale di Napoli e dal Parco Archeologico di Pompei ”.

Nereide su Pantera marina Stabia - Villa Arianna, affresco - Museo Archeologico Nazionale

È promossa dal prestigioso Museo Statale Ermitage con il Museo Archeologico nazionale di Napoli e con il Parco Archeologico di Pompei, frutto  dell’Accordo  di  collaborazione  sottoscritto  nel  2017  tra  le  due  istituzioni campane  e  il  museo  russo,  in  relazione  con  Ermitage  Italia.

La  mostra proporrà quasi duecento opere tra affreschi, statue, mosaici e oggetti di uso comune, selezionati nelle straordinarie collezioni dei due siti, per raccontare  l’arte,  la  storia  e  la  quotidianità  dell’antica  città  romana  di  Pompei che, con la sua repentina e tragica distruzione, ha consentito di preservare e restituire ai posteri capolavori d’arte e testimonianze di vita  e cultura unici.

Diverse  sono  le  sezioni tematiche narrate  da  questa straordinaria mostra allestita nella grande sala del Manege del Piccolo Ermitage (un palazzo a due piani eretto accanto al Palazzo d’Inverno, antica res-idenza imperiale dei Romanov, e al Nuovo Ermitage, il primo palazzo in Russia  a  venire  espressamente  costruito  per  ospitare  le  collezioni  del Museo), grazie alle selezionate testimonianze del patrimonio dell’antica città  romana  sommersa  dai  lapilli  e  dalle  ceneri  del  Vesuvio  nel  79. d.C.

La fine improvvisa di Pompei, avvenuta il 24 agosto o, come  suggerirebbero  anche  le  più  recenti  scoperte,  in  ottobre, ha  in  molti casi cristallizzato scene, situazioni e persone, colte di sorpresa in quel tragico momento, nelle attività consuete.

Vittoria Nike Torre Annunziata, Villa di Poppea, marmo,Pompei Parco Archeologico

Una città intera, con le sue case, gli edifici pubblici, le vie, i negozi, le fabbriche,  i  templi  e  i  mercati,  con  i  suoi  abitanti  ma  anche  con  i  tanti oggetti in uso nei diversi ambienti, è stata riportata in luce a partire dal 1748 e continua tuttora a rivelare nuovi siti e nuove opere.

“Pompei.  Dei,  uomini,  eroi”  è  organizzata  all’Ermitage  dal Dipartimento  di  Antichità  Classiche, guidato da Anna Trofimova. La mostra è curata per la parte italiana da Paola Rubino De Ritis,Valeria  Sanpaolo e Luana Toniolo,  con  la direzione  scientifica  di  Paolo  Giulierini, direttore  del  Mann e  Massimo  Osanna, professore  ordinario  presso  l’ Università  degli  Studi  di  Napoli  Federico  II  e Alfonsina  Russo,  direttrice  ad interim del Parco Archeologico di Pompei; per il Museo Ermitage è curata da Anna Trofimova e Andrey Zuznecov.

L’esposizione si avvale del supporto organizzativo di Villaggio Globale International, della collaborazione di Ermitage Italia, dell’Ambasciata d’Italia a Mosca, del Consolato Generale d’Italia e dell’Istituto Italiano di Cultura di San Pietroburgo, ed è accompagnata nel nostro Paese da catalogo Electa, con contributi di Luigi Gallo, Massimo Osanna, Federica Rossi, Valeria Sanpaolo, Luana Toniolo e Anna Trofimova.

Un’esposizione di rilievo che prende vita grazie al sostegno di Lavazza, partner del Museo Statale Ermitage dal 2016, che si è sempre espressa a favore della promozione artistica e culturale a livello internazionale.

Dunque  gli  “Dei"  e  gli  “Eroi"  innanzitutto:  non  solo  quelli  presenti  nei  decori  e  nelle  opere  di  edifici  pubblici come l’imponente “Erma di Mercurio” dal Tempio di Apollo o il Busto di Giove dal Capitolium, dedicato a Giove,  Giunone  e  Minerva, entrambi  in  prestito  dal  Mann, ma  anche  e  soprattutto  all’interno  della  mura domestiche, nei Larari, nelle cucine e negli Atri.

Gli  splendidi  affreschi  con  “Zeus  in  trono” dalla  Casa  dei  Dioscuri  e  “Achille  e  Briseide” dalla  Casa  del Poeta Tragico (Mann), il “Dioniso e Arianna” e “Alessandro e Rossane” dalla Casa del Bracciale d’Oro  e “Eracle e Deianira” e “Giunone ed Ebe” dalle ville di Stabia del Parco Archeologico di Pompei e ancora l’eccezionale tarsia in marmo con “Scena dionisiaca” riemersa dalla Casa dei Capitelli colorati, conservata nelle  collezioni  del  Museo Archeologico  Nazionale  di  Napoli,  raccontano  le  gesta  di  divinità  e  eroi,  rappresentandoli secondo l’uso del tempo da soli o con gli attributi che ne rendono immediata l’identificazione.


Dioniso e Arianna a Nasso Pompei - Casa del Bracciale d’oro affresco - Parco Archeologico Pompei

L’usanza di ornare i giardini con raffigurazioni di divinità è testimoniata da statue come quelle provenienti dalla Villa A di Oplontis, la piccola e raffinata Venere realizzata verso la fine del I secolo a. C., che ancora conserva labili tracce di colore, o la statua di Nike, mentre i rilievi neoattici in mostra, inseriti a Pompei lungo le pareti delle abitazioni, ricordano la moda del tempo e l’interesse dei proprietari per le opere della Grecia.

Tuttavia il grande merito degli scavi vesuviani, promossi negli ultimi due decenni della prima metà del XVIII secolo da Carlo III di Borbone nelle città di Pompei, Ercolano e Stabiae, è stato quello di regalarci un inedito spaccato della vita quotidiana degli antichi romani, fino a quel momento pressoché sconosciuta;  è in questo senso che la sezione della mostra dedicata agli “Uomini", ricca anche delle rappresentazioni scultoree e pittoriche delle elites cittadine, assume particolare rilevanza.

Dell'impressionante  mole  di  oggetti  d'uso  comune  riemersi  a  Pompei, crateri  in  bronzo,  suppellettili  in vetro e ceramica, pentole e padelle, sono stati selezionati per la mostra di San Pietroburgo esemplari di grande interesse, suddivisi per tipologia e materiali, che consentono di ricostruire le usanze, i commerci, le attività artigianali e quelle quotidiane: dall’educazione alla tavola. Un braciere  dalla  terme  Stabiane  ormai  in  disuso,  uno scaldaliquidi in  bronzo  dalla  Villa  di  Arianna  di Stabia, con rubinetto a testa di leone e tre cigni ad ali spiegate sul bordo del fornello, alti candelabri per illuminare  i  triclini  o  un cratere  come  quello  di Giulio  Polibio  ageminato  con  effetti  policromi;  così  come  la bellissima cassaforte  in ferro e bronzo con complessi e ingegneristici sistemi di chiusura, posta solitamente nell’atrio, lì dove il padrone di casa presentava se stesso, e  ancora tavoli di marmo riccamente decorati  (bellissimo quello prestato dal Parco Archeologico di Pompei con due animali fantastici) illustrano tanti aspetti degli usi pompeiani.

Il  rilievo  del  capomastro (structor) Diogenes  mostrerà  gli  strumenti  utilizzati  per  le  attività  edili, un  filo  a piombo, una cazzuola, una mazza a taglio ortogonale, uno scalpello e un archipendolo, e i  quattro affreschi dai praedia della ricca pompeiana Giulia Felice, offriranno uno sguardo emozionante sui piccoli, grandi fatti che si svolgevano nel foro, in una giornata di mercato (le nundinae): “Vendita di vasellame”, “Vendita di tessuti” “Lettura di editto”, “Punizione dello scolaro”.

Quindi, da Napoli, oggetti di grande raffinatezza e prestiti eccezionali, come l’assoluto unicum del “Vaso blu”, capolavoro in vetro blu e cammeo che costituisce una delle opere iconiche del Mann  (scoperto dai  Borbone  nella  necropoli  di  Pompei  nel  1837)  e  le astre  in  vetro  cammeo  di  “ “Arianna”  e  “Dioniso  e Arianna” dal Parco Archeologico di Pompei. Non si potevano infine dimenticare il teatro e i giochi gladiatori.

Ricchi arredi in marmo per i giardini delle case pompeiane recanti a rilievo raffigurazioni teatrali, così come le matrici in gesso di maschere selezionate per l’occasione testimoniano la passione degli abitanti di Pompei per il

 Oscillum decorato su entrambe le facce Pompei - Casa degli Amorini dorati marmo - Parco Archeologico Pompei

teatro, mentre affreschi, elmi e cnemides in bronzo, decorati con scene mitologiche che raccontano a loro volta di Dei ed Eroi, riaffiorati dalle ceneri del tempo, ricorderanno ai visitatori dell’Ermitage l’importanza  e  la  diffusione  nel  mondo  romano  dei  giochi  gladiatori,  tanto  amati  dal  popolo, e  faranno  sognare  le meraviglie conservate in Italia nelle due prestigiose sedi campane.

“Dei, Uomini, Eroi” è dunque unevento di assoluto rilievo per Napoli e per il Museo russo. È nota del resto la passione degli zar e delle classi aristocratiche russe per Pompei, testimoniata anche dalla presenza di un nucleo di antichità pompeiane all'Ermitage e dal travolgente gusto "alla pompeiana" diffuso nelle decorazioni di palazzi, suppellettili e nella letteratura Russia.

Così come è noto l'interesse che il mondo e la cultura russi hanno sempre dimostrato per le città vesuviane, la costiera amalfitana e le isole campane, specialmente Capri, a partire dai vedutisti che hanno immortalato nelle opere i paesaggi italici. Un amore evidente anche ai tempi di Caterina la Grande, quando le musiche di Cimarosa e Paisiello allietavano i teatri e la corte di San Pietroburgo. Oggi il legame tra la città sulla Neva e Napoli, con l’immagine del Vesuvio all’orizzonte, diventa ancora più stretto.