Gentile utente, questo sito utilizza i cookies per migliorare e facilitare la tua esperienza di navigazione e per fornirti servizi ed annunci in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, premendo su Accetta o proseguendo la navigazione all'interno del sito acconsenti all’uso dei cookie.

La Fondazione Fotografia Modena presenta la mostra personale di Sharon Lockhart (nata nel 1964 nel Massachusetts, Usa), artista di fama internazionale che vive a Los Angeles.

Sharon Lockhart, Nine Sticks in Nine Movements: Movement Nine. 2018

La mostra è ospitata al Mata–ex Manifattura Tabacchi situata nel cuore della città e sede temporanea di Fondazione Fotografia Modena.

Inaugurazione venerdì 6 aprile, alle ore 18. L'incontro con l'artista è fissato per  sabato 7 aprile alle  ore 17. La mostra è curata da  Adam Buda e Diana Baldon. Assistente curatrice e ricerca: Chiara Dall’Olio.

La personale presenta tre serie inedite e interconnesse di fotografie e sculture, realizzate appositamente per lo spazio e ispirate all’attivismo sociale degli i operai dell'ex  Manifattura.

Nel corso della sua carriera l’artista si è immersa in diverse comunità per realizzare opere, dalle fotografie ai film e alle installazioni, che colgono in modo unico gruppi e individui in composizioni studiate e coreografate.

Il punto di partenza per questi nuovi lavori è il suo interesse costante per il ritratto, la rappresentazione, il movimento, il lavoro e il potere delle donne.

Lockhart si cimenta per la prima volta con la lavorazione del bronzo realizzando, per la serie A Bundle and FiveVariations (2018), alcune sculture scaturite da calchi di bastoni di manzanita, ippocastano dell’Ohio e noce nero che l’artista ha raccolto personalmente sulle montagne della Sierra Nevada in California.

Bastoni simili sono già apparsi nel suo film Little Review (2017). Grazie alla collaborazione con Ravi Gune Wardenadella Sogetsu School of Ikebana, queste sculture sono state disposte in sei diverse composizioni, cinque delle quali derivanti dal gruppo più ampio traquelle esposte.

Le interazioni scultoree, dalla forma e dal peso in equilibrio, riflettono i rapporti naturali e artefattiche legano i bastoni. Con un’attenzione simile nella struttura e nella variazione, per le fotografie Nine Sticks in Nine Movements (2018), Lockhart e Sichong Xie, protagonista degli scatti, hanno ideato un movimento per ogni scultura bronzea. Ciascuna posizione rimanda a una miriade dipose provenienti dalla società e dalla storia dell’arte.Come una danza, le fotografie e le composizioni scultoree catturano l’interazione tra la coreografia e la fisicità dei bastoni in bronzo.

Sharon Lockhart, Nine Sticks in Nine Movements: Movement Three. 2018

Grazie agli intensi scambi tra l’artista, i curatori e Fondazione Fotografia Modena, la mostra affronta inoltre la storia  della sede espositiva, un’ex manifattura tabacchi, per alcuni periodi popolata esclusivamente da forza lavoro femminile.

La mostra include una selezione di immagini provenienti dagli archivi del noto studio fotografico modenese Botti e Pincelli, di proprietà del Comune di Modena e gestiti da Fondazione Modena Arti Visive.

Gli scatti in bianco e nero, realizzati nel 1963 e nel 1968 e mai pubblicati,immortalano manifestazioni di protesta di agricoltori che distribuiscono patate agli operai in prossimità della manifattura e che delle vicine Fonderie Cornie gettano il latte sulle strade, in segno di protesta per le politiche economiche introdotte dal governo italiano,allo scopo di regolamentare le tariffe del settore.

Le immagini mostrano un chiaro parallelismo con un’altra forma di autodeterminazione e di autonomia economica che Lockhart ha immortalato nelle sue fotografie di "independent business" (forme di commercio autogestito) come Dirty Don’s Delicious Dogs, Moody Mart e Handley’s Snack Shop (tutte del 2008), anch’esse in mostra. Appartenenti a Lunch Break, precedente progetto di più ampio respiro, queste fotografie ritraggono banchetti allestiti dagli operai di una grande società navale americana. Benché espressamente vietati dalla direzione, questi banchetti si snodano lungo i corridoi delle officine e offrono cibo e bevande agli operai in segno di sfida alle merci di produzione di massa vendute dall’azienda a prezzi gonfiati.

 

 

 

Biografia

Tra le mostre più importanti di Sharon Lockhart si segnalano le personali nel Padiglione Polacco della 57° Biennale di Venezia (2017); al Kunstmuseum di Lucerna (2015); alla Bonniers Konsthall, Stoccolma (2014); al Center for Contemporary Art, UjazdowskiCastle, Varsavia (2013); all’Eacc Espai d’art contemporanide Castelló diCastellónde la Plana, Spagna (2012);al Lacma, Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles (2012); alla Kunstverein di Amburgo (2008); al Museum of Contemporary Art, Chicago (2001) e al Mak – Österreichisches Museumfürangewandte Kunst, Vienna (2000). Le sue opere sono state esposte in numerose biennali tra cui la Shanghai Biennale (2014), la Liverpool Biennial (2014), e la Whitney Biennial (1997, 2000, 2004). Molte sue opere si trovano in collezioni museali importanti come quelle del Solomon R. Guggenheim Museum (New York), Hammer Museum (Los Angeles), Metropolitan Museum of Art (New York), Museum Boijmans Van Beuningen (Rotterdam), Tate Modern (Londra) e Sammlung Goetz (Monaco di Baviera).

 

L’istituzione

Fondazione Fotografia Modena è un centro d’arte contemporanea e un’istituzione di alta formazione dedicati alla fotografia e all’immagine, che propone un ampio raggio di attività che spaziano dall’organizzazione di mostre temporanee a corsi di specializzazione.

La Fondazione occupa un posto di rilievo nella scena culturale nazionale e internazionale grazie alla sua opera di tutela e valorizzazione di una vasta e significativa collezione di fotografia contemporanea e alla sua competenza scientifica nell’ambito della catalogazione, della conservazione e del restauro di opere fotografiche storiche.

La Fondazione è una risorsa importante nell’individuazione e interpretazione dei rapidi processi in atto nel mondo contemporaneo, tenendo conto dell’odierna produzione massiccia di immagini, della loro proliferazione e diffusione esponenziali. Spaziando dai generi fotografici tradizionali a pratiche artistiche nuove e sperimentali, Fondazione Fotografia Modena ha un vasto bacino d’utenza e coinvolge i suoi pubblici diversificati nell’esplorazione dei molteplici linguaggi dell’immagine, invitandoli a seguirne lo sviluppo, riflesso dei cambiamenti socio-culturali della società che li ha prodotti.

Tra le mostre personali organizzate si ricordano: Santu Mofokeng (2016); Tom Sandberg; Hiroshi Sugimoto (entrambe nel 2015); Axel Hütte; Mimmo Jodice (entrambe nel 2014); Walter Chappell (2013); Edward Weston (2012); Walter Niedermayr; Ansel Adams (entrambe nel 2011); Daido Moriyama (2010). Tra le collettive più note si ricordano: Three True Stories – Zanele Muholi, Ahlam Shibli, Mitra Tabrizian(2013); Flags of America. I grandi autori americani dagli anni ’40 agli anni ’70; The Collector’s Choice. Opere dalla collezione Sandretto Re Rebaudengo(entrambe del 2012).


Assieme alla Galleria Civica di Modena e al Museo della Figurina, Fondazione Fotografia Modena fa parte di Fondazione Modena Arti Visive, istituzione diretta da Diana Baldon e fondata dal Comune di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. La Fondazione diffonde l’arte e la cultura visiva contemporaneenella cornice del patrimonio e delle attività delle tre istituzioni culturali che la compongono: Galleria Civica di Modena, Fondazione Fotografia Modena e Museo della Figurina.

Pur riflettendo i percorsi individuali di queste istituzioni culturali pubbliche e private per rafforzarne le singole identità, tra gli obiettivi della nuova Fondazione figurano la presentazione delle pratiche artistiche internazionali più innovative del XXI secolo, la promozione di forme di attivazione e contaminazione tra diversi contesti e discipline, e la valorizzazione delle collezioni che le sono state affidate. Inoltre, attraverso attività di formazione accademica e pedagogica, la Fondazione svolge un’importante indagine sulla radicale trasformazione che l’arte e i suoi linguaggi hanno vissuto negli ultimi decenni, in seguito all’impatto delle tecnologie, dei contesti e delle piattaforme ora disponibili per la condivisione di informazioni e servizi.