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Il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma in occasione di  ColornoPhotoLife presenta  la mostra "Luigi Ghirri, Giovanni Chiaramonte. Ultima bellezza" a cura di Paolo Barbaro e Claudia Cavatorta.

Dal 18 al 20 ottobre 2019 si terrà la decima edizione di ColornoPhotoLife, festival fotografico alla Reggia di Colorno (Parma), con mostre aperte fino al 3 novembre.

A partire dal tema scelto, "L’effimero e l'eterno", lo Csac - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma ha scelto di collaborare anche quest’anno alla manifestazione, con la mostra "Luigi Ghirri, Giovanni Chiaramonte. Ultima bellezza", una selezione di fotografie di Luigi Ghirri e Giovanni Chiaramonte conservate presso i propri archivi.

La mostra, che sarà allestita negli spazi del piano nobile della reggia, vuole mettere in luce un aspetto specifico di un importante capitolo della nostra fotografia di paesaggio, che tra la fine del Novecento e l’inizio del nuovo secolo ha ravvivato la percezione dei beni culturali, introducendo uno sguardo contemporaneo sui monumenti, sull'arte, sul naturale. Una nuova concezione di cultura e ambiente, tendenti all'eterno anche nella dimensione dell'incontro, nell'istante della fotografia, nella rivelazione dell'oggi.

Di Luigi Ghirri per la prima volta sarà esposta in mostra una significativa selezione delle stampe selezionate nel 1991 per "Viaggio dentro un antico labirinto", quella che purtroppo sarà una delle ultime pubblicazioni da lui seguite personalmente, mostrando l’estremo stato della ricerca del grande autore.  Il volume era stato curato da Arturo Carlo Quintavalle, con cui il fotografo aveva un rapporto di collaborazione e stima che durava quasi vent’anni, e per il progetto di impaginazione Ghirri aveva fatto realizzare stampe delle esatte dimensioni di quelle da pubblicare: il menabò è costituito quindi da una sequenza di 150 immagini perfettamente eseguite, che Ghirri donò allo Csac.

A queste, in occasione di questa mostra, sono affiancate alcune stampe degli anni Settanta, quelle esposte nella prima grande antologica "Vera fotografia" organizzata con lo Csac nel 1979, tratte dal fondo di stampe conservato presso il centro, di fatto la più ampia raccolta di vintage prints del grande fotografo. Questo per evidenziare l’estrema coerenza di una ricerca che cambiò il volto della fotografia contemporanea, dalla prossimità agli artisti concettuali alla nuova fotografia del paesaggio.

La mostra si conclude con alcune delle fotografie che Giovanni Chiaramonte ha scattato all’indomani del sisma che sconvolse la bassa modenese nel 2012. L’urgenza di ritrovare un rapporto tra gli abitanti e un ambiente improvvisamente divenuto ostile e catastrofico spinge il fotografo nei territori della rivelazione, della speranza in una rinascita già tra i frammenti delle rovine. Un occasione per riflettere sul nostro paesaggio, sulla bellezza e il sublime e, allo stesso tempo, per tornare sui passi che Chiaramonte, altro grande attore di quella stagione, aveva percorso con l’amico Luigi Ghirri, scomparso vent’anni prima. Due episodi lontani qualche decennio quindi, ma su un percorso unitario.

Completeranno la mostra due incontri: Giovanni Chiaramonte terrà una conferenza sulla fotografia di paesaggio domenica 3 novembre alle ore 17, presso la Sala Polivalente dell’Abbazia di Valserena, sede dello Csac. Franco Guerzoni e Paolo Barbaro saranno invece di scena a Colorno, presso l'Aranciaia,  sabato 19 ottobre alle 18.45, per parlare dei viaggi con Luigi Ghirri.

Per tutte le informazione e il programma completo del festival www.colornophotolife.it.

 

Lo Csac - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma iniziò a raccogliere il suo primo nucleo di opere grazie ad Arturo Carlo Quintavalle nel 1968, in occasione dell’esposizione dedicata a Concetto Pozzati organizzata dall’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Parma. Situato oggi nell’Abbazia cistercense di Valserena, conserva materiali originali della comunicazione visiva, della ricerca artistica e progettuale italiana a partire dai primi decenni del XX secolo.

Un patrimonio di oltre 12 milioni di pezzi suddivisi in cinque sezioni: Arte (oltre 1.700 dipinti, 300 sculture, 17.000 disegni), Fotografia (con oltre 300 fondi e più di 9 milioni di immagini), Media (7.000 bozzetti di manifesti, 2.000 manifesti cinematografici, 11.000 disegni di satira e fumetto e 3.000 disegni per illustrazione), Progetto (1.500.000 disegni, 800 maquettes, 2000 oggetti e circa 70.000 pezzi tra figurini, disegni, schizzi, abiti e riviste di Moda) e Spettacolo (100 film originali, 4.000 video-tape e numerosi apparecchi cinematografici antichi).

Lo Csac oggi è uno spazio multifunzionale, dove si integrano un Archivio, un Museo e un Centro di Ricerca e Didattica. Una formula unica in Italia, che mantiene e potenzia le attività sino ad ora condotte di consulenza e collaborazione all’istruzione universitaria con seminari, workshop e tirocini, di organizzazione di mostre e pubblicazione dei rispettivi cataloghi (oltre 120 dal 1969 ad oggi), e di prestito e supporto ad esposizioni in altri musei tra cui la Triennale di Milano, il MAXXI di Roma, il MoMA di New York, il Centre Pompidou di Parigi, il Tokyo Design Center, il Design Museum di Londra, il Folkwang Museum di Essen e il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid.