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Nell'ambito di Art City Segnala 2019 in occasione di Arte Fiera, Palazzo Zambeccari e Piazza de' Calderini, a Bologna, faranno da palcoscenico a "EosEco", un'inedita e monumentale installazione site-specific dell’artista Giorgio Bevignani, un intervento urbano di grande impatto visivo grazie all'imponente allestimento di tre opere, di cui due inedite, dal 30 gennaio al 28 febbraio.

Questa personale, a cura di Silvia Grandi, è un evento creato da Francesca Goldoni per Palazzo Zambeccari ed è organizzata dalla Galleria Stefano Forni che da vari anni segue l'artista.

Nel cortile rinascimentale di Palazzo Zambeccari sarà allestita l’opera inedita site-specific "EosEco" (Nulla esiste senza ombra), che dà il titolo all’intero evento e che consiste in una grande scultura sferoidale che sposa il tema della luce, riprendendo le fila della sperimentazione sui materiali, diventata ormai cifra stilistica di Bevignani.

Utilizzando, infatti, un intreccio di fili di nylon e il silicone pigmentato con colori fosforescenti sulla gamma dei gialli cadmio, l’artista sperimenta un'inusuale scultura, in cui la texture del rivestimento appare piena di protuberanze, di rilievi e di villi simil-organici come una nube elettronica che cattura e rifrange la luce, mostrandosi come una grande goccia luminescente.

Come afferma lo stesso artista nell’intervista rilasciata alla curatrice Silvia Grandi «la materia è ricettacolo di luce; colpita da essa rivela ai nostri recettori tutti i colori del suo complesso ventaglio plastico. Ho scelto la forma sferoidale, propria dei semi, perché più capiente con una minore superficie, come avviene per le gocce d’acqua».

Il grande seme che accoglie i visitatori nel cortile di Palazzo Zambeccari appare però ormai libero dalla terra in cui è stato messo a germinare; è sospeso alla ricerca di quella luce del sole che lo farà crescere e come un globo di materiale organico trasmette ai visitatori anche il suo intrinseco “rumore”. L’opera in silicone, nylon, poliuretano e polipropilene, è, infatti, sospesa ad un solo filo che, ruotando, crea un movimento e di conseguenza, l’aria al suo interno genera micro suoni amplificati e diffusi che miscelano le frequenze sonore emesse dalla frizione dei diversi materiali nelle fasi della costruzione della scultura.

«Se la luce emettesse un suono, noi non saremmo dotati di sensori per captarlo»  dichiara Giorgio Bevignani.  
"EosEco" presentandosi come una sfera luminescente, che interagisce con il pubblico e lo segue al suo passaggio, riesce a dar vita a quel binomio Luce-Suono altrimenti impossibile.

Piazza de’ Calderini inoltre farà da contenitore al monumentale allestimento di due lavori molto noti di Giorgio Bevignani e appartenenti a una trilogia dedicata alla Creazione: "I’m ready to live", vincitore del Premio Spotlight 2015 della Royal British Society of Sculptor , dedicato agli uomini, al deserto e al mare, quindi all’idea della migrazione e della rinascita in altri luoghi, e "Soul of the dawn"(2016) dedicato alle donne, al cielo e alle stelle, inglobando gli spazi indefiniti delle nebulose e le gamme cromatiche dei rosa che evocano le luci e i colori dell’alba.

Le due grandi reti in filato di fibra sintetica intrecciata a maglia dall’artista, scendendo parallele dall’alto, si porranno quasi come due figure totemiche, due emblemi di un fare e di un sentire che, catturando lo sguardo dei passanti, li trasporterà simbolicamente in una dimensione straniante e quasi mitica, per prepararli alle atmosfere eteree e immateriali della luce che li accoglierà all’interno di Palazzo Zambeccari.

Inoltre  la storica Galleria Stefano Forni, presente ad ArteFiera 2019 con un ambizioso progetto basato sul tema della luce, presenterà lo stesso artista con una selezione alcune opere inedite realizzate seguendo il fil rouge, nell’ambito della luce.


Palazzo Zambeccari, la storia

Il palazzo è situato nel pieno centro storico di Bologna, tra le Due Torri e la sede del Tribunale, nella zona commerciale di maggior prestigio, punto d’incontro delle attività economiche e finanziarie della città.

Prende nome dalla grande famiglia della aristocrazia bolognese che lo abitò per ultima: gli Zambeccari. Determinare la data di edificazione di questa complessa costruzione è praticamente impossibile essendo il prodotto di secoli di storia. Si può comunque dire che il nucleo che costituiva la residenza gentilizia risale alla seconda metà del 1500 e fu voluto dai Lucchini, ricchi banchieri e mercanti di seta di origine genovese.

Illustri artisti hanno arricchito pareti e soffitti con decorazioni e dipinti, tra questi Sammachini e Brizio, oltre Ludovico ed Annibale Carracci.
Particolarmente suggestivo è il Salone cosiddetto dei 40 dove si riunivano i Senatori della città appartamenti alle 40 famiglie che lo occuparono dalla caduta dei Bonfiglioli fino all’arrivo di Napoleone.
Nel Palazzo non manca naturalmente la torre, ricordo del periodo medievale.
Il complesso immobiliare di Palazzo Zambeccari comprende anche ciò che fu parte dell’antichissimo convento dei monaci Camaldolesi dei SS. Cosma e Damiano, la cui origine è precedente il 1200.

Per informazioni sulla mostra:
Palazzo Zambeccari Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. sito www.porticozambeccari
Galleria Stefano Forni  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., sito  www.galleriastefanoforni.com