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La storia e la cultura locale sono un importante patrimonio da custodire e valorizzare perche in essi è racchiusa l’identità di un popolo. Elementi che oggi  assumono una valenza ancora più rilevante perché il processo di globalizzazione che avanza incessante rischia di generare un pericoloso appiattimento, cancellando quelle diversità culturali che tratteggiano l’identità collettiva di una società, privandola di radici.

Questa premessa racchiude in sé un concetto che è alla base di un’attività molto particolare che in questi giorni sta animando il cuore del centro storico di Catanzaro: il laboratorio itinerante “Trame di seta”.

Ispirato al legame profondo ed ancestrale della città con l’arte della lavorazione della seta, si rivolge agli allievi delle scuole calabresi e nasce dalla necessità di tramandare la storia del territorio alle nuove generazioni.

La particolarità del progetto, giunto alla sua quarta edizione, realizzato dall’Associazione CulturAttiva con la collaborazione della Cooperativa “L’isola che non c’è” e supportato dall’Amministrazione comunale di Catanzaro e dal Centro Calabrese di Solidarietà, è il fatto che la storia non viene semplicemente raccontata ai ragazzi, ma viene fatta rivivere mediante delle attività educative e motivazionali che li rendono non più semplici uditori, ma protagonisti attivi di una vera e propria esperienza.

Il laboratorio esperienziale svolto a Catanzaro, che in questi anni ha portato in città più di un migliaio di visitatori, è parte integrante del progetto “Baco da Seta”, lanciato dalla Cooperativa “Nido di Seta” di San Floro, che nel piccolo borgo, ha ripreso tutta la filiera della lavorazione del prezioso filato: dalla pratica della gelsi bachicoltura alla tessitura, passando per la tintura dei tessuti con elementi naturali.

È proprio da San Floro che parte il viaggio alla scoperta della seta. Al mattino, infatti, i piccoli studenti, accompagnati dai loro insegnanti, visitano il Museo della Seta, il gelseto e la cooperativa, per poi partire alla volta dell’antica città della seta, che tra il 1300 e il 1700 circa riuscì a distinguersi in tutta Europa per l’eccezionale manifattura dei suoi tessuti serici che erano tra i più richiesti nelle fiere e nei mercati di tutto l’antico continente, motivo di fama e prestigio per la città.

Giunti a Catanzaro, vengono accolti dallo staff qualificato di CulturAttiva e de “L’isola che non c’è” in un luogo simbolo: l’antico quartiere Grecìa, antico centro di produzione della seta, che col suo nome ricorda le sue origini bizantine e con i suoi cinque vicoli “Gelso Bianco” riporta alla mente le antiche fattezze della città dei tre colli, ricca di orti e giardini che si innestavano al tessuto urbano. Tra questi il quartiere Grecìa si distingueva per la straordinaria abbondanza di alberi di gelso, essenziali alla produzione di seta, in quanto il baco di nutre esclusivamente delle loro foglie.


Il viaggio alla scoperta della storia della seta prosegue  per le viuzze anguste del centro storico cittadino e conduce in alcuni dei luoghi più legati alla lavorazione e al commercio della seta. L’antica Giudecca, il quartiere Filanda, l’antico Largo Santa Chiara, il Vico delle Onde, si animano e diventano teatro delle attività di "Trame di Seta": alla storia di ognuno dei luoghi, raccontata dalle guide abilitate di CulturAttiva, vengono associate delle attività di laboratorio sensoriale, gioco di ruolo, gioco teatro, pensate e selezionate dallo staff specializzato della Cooperativa “L’isola che non c’è” per favorire il coinvolgimento dei ragazzi e la loro crescita umana e culturale, mediante il richiamo alle emozioni e a concetti come la solidarietà e la cooperazione.

Il laboratorio, che sta avendo grande successo di anno in anno, si propone di veicolare dei contenuti didattici mediante la proposta di attività stimolanti e divertenti, creando così un’esperienza che possa rimanere nella mente e nel cuore dei ragazzi.

Nel contempo si cerca di favorire la scoperta della città di Catanzaro, dei suoi angoli più nascosti, un volto sconosciuto ai più che però  sa destare stupore tanto quanto i panorami mozzafiato della città, la sua storia, i suoi antichi edifici.