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Sarà l’evento della stagione, l’inaugurazione al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria della mostra “Paolo Orsi. Alle origini dell’archeologia tra Calabria e Sicilia”.

L’esposizione, la prima a Reggio in omaggio all’illustre archeologo, considerato tra i capostipiti della ricerca archeologica in età moderna, è a cura di Carmelo Malacrino, direttore del Marrc, e Maria Musumeci, già direttore del Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi” di Siracusa.

La mostra è il risultato della felice collaborazione tra i due principali Musei archeologici di Calabria e Sicilia su un progettoco-finanziato dalla Regione Calabria, nell’ambito di un programma europeo di valorizzazione del sistema dei Beni Culturali e per la qualificazione e il rafforzamento dell’attuale offerta culturale presente in Calabria annualità 2018. Sarà visitabile fino all’8 settembre.

Paolo Orsi volle fortemente un museo della Magna Grecia, che accogliesse in un’unica collezione i reperti provenienti dagli scavi in tutta la regione. Da questo progetto nacque il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, dopo il terremoto del 1908, dalla fusione del Museo Statale con il Museo Civico.

Le ricerche di Orsi e la sua attività di scavo si svolsero principalmente tra Calabria e Sicilia e riguardarono tutte le più importanti fasi della storia antica e medioevale, riassunte nelle cinque sezioni espositive della mostra, che ospitano oltre 230 reperti in un percorso storico-biografico-tematico in forma transmediale,  per offrire un’esperienza di visita accogliente, inclusiva e coinvolgente per un pubblico differenziato.

I “fiori all’occhiello” dei due istituti museali organizzatori, scelti come testimonial della campagna di comunicazione, danno il benvenuto agli ospiti all’ingresso alla Mostra, per introdurli al fascino senza tempo di un viaggio straordinario sulle orme biografiche e professionali di Paolo Orsi in Calabria e Sicilia.

Sono due capolavori dell’arte greca occidentale, entrambi datati V secolo a.C: il meraviglioso complesso statutario del Cavaliere di Marafioti, della collezione del MArrc, e la seducente seppur mostruosa Gorgone-Medusa, bene culturale del patrimonio archeologico del museo siracusano.

«Siamo molto soddisfatti di questa mostra, che onora Paolo Orsi presentandolo nella sua complessità di intellettuale, archeologo, studioso dell’antichità, con un metodo di ricerca che è ancora oggi un modello per tutti. Orsi è il “padre” del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. Per primo intuì la necessità di creare un luogo di riferimento per la costruzione di una sola identità culturale calabrese. Fu un innovatore. Comprese che tutela e valorizzazione sono due aspetti di una sola missione di sviluppo culturale. Tra i meriti riconosciuti all’archeologo di Rovereto  vi è quello di avere ricostruito le strette relazioni tra Calabria e Sicilia nel corso dei secoli, fin dall’antichità. Questa mostra conferma una felice collaborazione con il Museo Archeologico di Siracusa intitolato allo stesso Orsi, che spero continui nel tempo producendo frutti altrettanto positivi. Ringrazio la Regione Calabria, che sostenendo l’iniziativa ha reso possibile la realizzazione di questo progetto. Sono certo che il pubblico apprezzerà l’affascinante viaggio alle origini delle culture mediterranee sulle tracce di Paolo Orsi», ha dichiarato il direttore del Marrc Carmelo Malacrino.

È disponibile per i visitatori un servizio di audioguide in quattro lingue (italiano, inglese, francese, spagnolo), in 12 tracce, per un viaggio a ritroso nel tempo per conoscere la vita biografica e professionale di Paolo Orsi, per comprenderne meglio l’importanza nel mondo dell’archeologia e della cultura e per scoprire alcuni eccezionali “tesori” di  Calabria e Sicilia.

Una lavagna interattiva offre un’esperienza personalizzata in una rete di percorsi tematici, per conoscere meglio il lavoro dell’archeologo e gli strumenti che usa, il contesto storico e sociale in cui operò l’illustre archeologo cui è intitolata la mostra, ruoli e istituzioni nell’ambito dei Beni Culturali, le collezioni dei due principali Musei della Calabria e della Sicilia organizzatori, i luoghi in cui avvennero i ritrovamenti di Orsi  e le civiltà che le abitarono.

Il catalogo della mostra accoglie i contributi degli specialisti in un approfondimento tematico delle sezioni e dei reperti. Il corredo iconografico comprende fotografie originali dell’archivio del Marrc.