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È il rumore dell’incedere ritmico della cassa battente che compatta la tela, dello scivolare lesto della navetta che scorre tra i fili alterni dell’ordito, a scandire il tempo nella giornata di una tessitrice, mentre il lento cigolio dei pedali, come in una danza, solleva i licci.

Frammenti di un rituale immutato dai tempi più antichi, dal forte fascino e dal richiamo ancestrale, tanto che l’arte della tessitura, con il suo paziente divenire, ha ispirato miti e leggende: da Aracne che volle sfidare la dea Atena a Penelope fedele sposa di Ulisse.

Un’arte che ha “viaggiato” nella sua storia millenaria sino a noi. Da necessità delle origini e più tardi anche fonte di economia domestica, ha sempre più assunto, con il suo intreccio di trama e ordito, le caratteristiche identificative di popoli, luoghi e culture.

Fortemente radicata nelle realtà rurali, ed in particolare finalizzata al corredo delle spose, era piuttosto diffusa fino alla metà del Novecento. «In ciascun nucleo familiare c’era almeno una persona dedita alla tessitura e poi c’era chi si distingueva per maggiori bravura o precisione. L’arte del telaio è attività complessa: richiede una lunga fase di progettazione e la preparazione del telaio richiede a volte dei giorni», racconta  Chiara Pirroncello che a quest’attività tramandata dalla madre e dalla nonna, come avveniva in tante famiglie, è voluta tornare dopo aver sperimentato l’atmosfera di grandi realtà urbane e intrapreso scelte lavorative moderne.

«Mi sono resa conto ad un certo punto – spiega – che nel momento in cui avrebbe smesso mia madre, sarebbe finito tutto. Mia madre ha avuto la capacità di portare avanti questa tradizione in un’epoca in cui altre l’avevano abbandonata e ha avuto anche un’abilità straordinaria: non si è mai limitata a quello che sapeva e ha cercato di apprendere sempre di più. E infatti mi sono ritrovata moltissimi appunti di lavorazioni che non erano particolarmente comuni»

Il bisogno di rinsaldare le proprie radici e di proiettasi nel futuro, l’ha spinta ad approfondire le tecniche e i segreti della tessitura con studi  e corsi specifici.

«Ciò mi ha aiutato tantissimo, perché ho potuto affinare la tecnica, là dove c’erano quelle imprecisioni dovute alla mancanza di istruzione delle tessitrici che l’avevano tramandate. Basti pensare che un tempo, sovente, non avevano neanche le basi della quinta elementare. La formazione penso sia indispensabile in qualsiasi settore».

Come si lega un mestiere così antico con le esigenze odierne?
«L’approccio con l’attività lavorativa è diverso, le tecniche sono tradizionali, ma il prodotto è attuale, segue le tendenze del momento. L’insieme dei filati, dei colori lo rende differente. E poi ci sono le idee che oltre agli articoli classici di corredo, danno vita a tende, set da colazione, borse, sciarpe, scialli e paramenti sacri».
Questo realizza Chiara Pirroncello nel suo laboratorio a Chiaravalle (Cz), crescendo nel confronto diretto con altre artigiane sparse per la Calabria in giro per l’Italia grazie ad internet  e con la partecipazione a fiere di settore.

Da qualche anno  è giunta la collaborazione con una casa d’alta moda per la realizzazione dei tessuti. Scuole e università s’interessano all’attività di questa giovane donna caparbia, che nel custodire e tramandare una tradizione vuole portare avanti il suo sogno.