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Tutto pronto per la  prima, ambiziosa edizione del Premio nazionale di Arte contemporanea di Chiaravalle Centrale. Taglio del nastro il prossimo 23 luglio alle ore 18 a Palazzo Staglianò.

Dalla locandina di ChiaravalleArte, graphic designer Paola De Luca

Dopo l'inaugurazione, lo storico edificio di piazza Dante non ospiterà solo le opere in concorso, ma farà da sfondo a momenti collaterali di musica, dibattito, creatività.

Un impegno organizzativo importante quello dei curatori: l'architetto Nicola De Luca, il saggista e gallerista Enzo Le Pera, il critico d'arte Maurizio Vitiello e la professoressa Lara Caccia, critica e storica dell'arte, docente dell'Accademia di Belle Arti di Catanzaro. Intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del Premio, De Luca ha indicato i valori di un progetto destinato a durare nel tempo.

A Chiaravalle verrà, infatti, istituito un Museo d'Arte Contemporanea grazie alle donazioni degli artisti in concorso che lasceranno le loro opere alla città delle Preserre.

Dal 23 luglio al 27 agosto a Palazzo Staglianò si potranno ammirare le opere di: Salvatore Anelli, Andrea Biffi, Beatriz Cardenas, Alfredo Celli, Giuliano Cotellessa, Maria Crediddio, Maria Pia Daidone, Massimiliano Ferragina, Franco Flaccavento, Fiorentina Giannotta, Nicola Guarino, Franca Lanni, Mario Lanzione, Luigi Magli, Vincenzo Mascia, Mauro Molinari, Viviana Pallotta, Natalia Gillo Piatrova, Salvatore Pepe, Tarcisio Pingitore, Myriam Risola ed Enzo Spanò.

 
Numerosi anche i giovani artisti che esporranno le loro opere: Micaela Arcuri, Francesco Brogno, Francesca Cafarda, Ludovica Catanzaro, Lucy Mey, Giuseppe Mirijello, Tiziana Procopio, Cristina Russo, Salvatore Sart, Valentina Siniscalchi, Maria Tarantino, Emanuela Tavano e Maria Villirillo.

La mostra ospita anche alcuni artisti locali Claudia Iozzo, Giulia Iozzo, Vincenzo Rauti e Michela Giacchetto animeranno la sezione degli artisti chiaravallesi in concorso. Ferdinando Catrambone, Vincenzo Lombardi e Paolo Macrì saranno presenti quali artisti chiaravallesi fuori concorso. Nicola De Luca, Antonio La Gamba e Michele Zappino daranno vita alla sezione degli artisti ospiti fuori concorso.

«L’Amministrazione Comunale di Chiaravalle Centrale, in collaborazione con la Consulta della Cultura, ha voluto questa prima edizione del premio ChiaravalleArte anche allo scopo di fondare il “Museo d’Arte Contemporanea di Chiaravalle Centrale” (MaCh).

L’idea è quella di coinvolgere artisti provenienti da tutt’Italia, artisti operanti nel territorio di Chiaravalle e artisti delle nuove generazioni.

Dal punto di vista stilistico si è cercato di abbracciare più linguaggi possibili, un’operazione che potrebbe apparire incoerente, ma che, invece, vuole essere un piccolo frammento di quello che è oggi l’arte in Italia.

È nota la disputa che nel 500 ha visto i pittori contro gli scultori o il più noto scontro tra artisti e tra critici del secondo dopoguerra, una piccola guerra civile tra realisti e astrattisti che si è combattuta nelle aule universitarie e nelle riviste di settore.

E quando finalmente l’astrattismo è stato accettato, è iniziata l’avversione al Ready Made di Marcel Duchamp. Oggi non è più così, finalmente è pace, vari stili convivono in importanti mostre e rassegne. Mettere insieme vecchi e nuovi linguaggi: dall’arte come ricerca di stile e di tecnica delle icone sacre, all’arte digitale; dal neo-figurativismo all’astrattismo; dal paesaggio al minimalismo, non come una semplice mescolanza, ma con un percorso in settori omogenei, è stata una sfida, forse rischiosa, ma che ha aperto un momento di dibattito e di confronto tra artisti e tra artisti e visitatori» ha illustrato Nicola De Luca.

Riguardo al panorama artistico in Italia, ha ancora osservato: «Oggi l’arte non è solo emozione, racconto, concetto, stupore, ammirazione, ma è anche provocazione, disgusto, fastidio, e noi abbiamo l’obbligo di prenderne atto anche se ciò richiede una grossa riflessione e un grosso sforzo mentale. Per rendere possibile tutto questo, l’arte deve trovare sempre maggiori occasioni per essere capita ed apprezzata, ma anche per cercare di rompendo quell’ostilità, fortemente radicata, verso i nuovi linguaggi».