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Dipingere è un dialogo intimistico tra lui e la tela, «la mente si estranea dai pensieri, è come fare meditazione». Così descrive il suo rapporto con l’arte, Vincenzo Rauti.

Classe 1970, è nato a Crotone, ma da sempre vive a Chiaravalle Centrale, in provincia di Catanzaro. Un microcosmo che per lui è fonte d’ispirazione continua, un angolo prospettico dal quale raccontare luoghi e personaggi che nel loro piccolo hanno contraddistinto la storia di una comunità.

 Vincenzo Rauti all'opera

La sua pittura figurativa è senso di appartenenza forte, «è mantenere vivi e trasmettere ricordi d’infanzia».

Predilige il realismo, rendere ciò che riproduce su tela palpitante di vita.

Come ritrattista a colpirlo è uno sguardo, un’espressione di un viso che decide di dipingere, rigorosamente, dal vivo.

Come paesaggista, è attratto  dagli scorci del centro storico, da casali, da boschi, da antichi ponti e da fiumi.

«Dipingere l’acqua in movimento è una delle cose più difficili, bisogna saper rendere il vigore della corrente o il fluire placido e lento» osserva.

Lo affascinano i toni caldi, le molteplici gradazioni delle sfumature dell’autunno ed i paesaggi innevati. «Riprodurre un’orma impressa sul manto bianco è immaginarsi una storia».

Ama dipingere quando piove o di notte, in una dimensione di silenzio e di relax.

Tra le sue opere, custoditi in collezioni private ed edifici di culto, anche soggetti religiosi, perché spiega «sono cattolico». Cresciuto in un rione a valle di uno dei più antichi conventi della Calabria, ha fatto parte della Gioventù francescana.

 Il suo interesse per l’arte figurativa è nato tra i banchi della scuola elementare, quando la maestra spiegava e l’argomento non destava la sua attenzione, lui si alienava ritraendo i volti dei compagni di classe.

La passione vera e propria è sopraggiunta alla scuola media, dove ha avuto la fortuna, racconta, di incontrare due grandi insegnati, lo scultore Giuseppe Maria Pisani e Giovanni Spinelli, che lo hanno incoraggiato a proseguire nel coltivare il suo talento.

 

Un dipinto di Vincenzo Rauti

La consapevolezza di voler fare arte, però è arrivata con l’età adulta, dopo il matrimonio e la nascita dei figli. I suoi studi sono proseguiti da autodidatta.

Lo interessano anche i nudi di donna, perché gli «consentono di esaltarne l’eleganza e la bellezza» commenta.

Lo ispirano i versi di una poesia e lui contestualizza una scena.

Pennelli e colori fanno parte di ogni suo giorno, ma la sua arte, non è solo pittura.

Ha esposto con le sue personali in giro per la Calabria, partecipato ad estemporanee, ricevendo premi e riconoscimenti.

Ha prestato la sua arte al teatro ed è arrivato anche un premio regionale per la migliore scenografia. Con cartapesta e colla ha dato vita a carri allegorici. 

La plasticità di una manualità paziente e minuziosità ha portato alla realizzazione, con gesso e sughero, di presepi di grandi dimensioni, apprezzati quali autentici capolavori.

Un talento poliedrico che non teme di misurarsi con nuove prove. 

Olio su tela è la tecnica pittorica che connota i suoi dipinti ed i suoi trompe-l'oeil. I colori acrilici vengono impiegati per le scenografie e le altre opere.

Pittoriche ne ha realizzate quasi cinquecento, molte delle quali sparse in varie parti d’Italia e all’estero: Belgio, Francia, Svizzera, Liechtenstein, Germania, Lituania, Canada e Stati Uniti. «All’arte ho dato l’anima e il cuore» manifesta con emozione.
                                                                                                 

                                                                                                                                                                                              Maria Patrizia Sanzo