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Appuntamento con l'arte contemporanea alla Fondazione Sassi, protagonista di una mostra che ha espessione nelle pitture, ceramiche e sculture in terracotta di Arcangelo e di Franco Marrocco.

Una ricerca artistica sul paesaggio, concentrata sull'esperienza e sulla pratica, spesso istintiva, ne contraddistingue le opere. I due artisti nati in Campania e oggi docenti di pittura all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, sono gli autori delle pitture, ceramiche e sculture in terracotta della mostra "Terra".

La mostra  negli ipogei della Fondazione Sassi di Matera resterà aperta al pubblico fino al 18 giugno 2019. Si potrà visitare, con ingresso gratuito,  tutti i giorni dalle ore 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Giorno di chiusura: lunedì.

Organizzata e promossa dalla Fondazione Sassi la mostra rientra nel Festival "La Terra del pane", progetto di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 in coproduzione con la Fondazione Matera-Basilicata 2019, tema: "Radici e Percorsi".

Allestita negli ipogei della Fondazione Sassi, locali scavati nella calcarenite e ampliati a partire dal 1584, la mostra "Terra" è a cura di Giovanni Iovane, critico d'arte e curatore indipendente. Dal novembre 2018 è direttore dell'Accademia di Belle Arti di Brera.

Iovane propone un percorso d'esplorazione sul paesaggio: dai quadri astratti di Franco Marrocco della serie "L'eco del bosco" in cui l'artista analizza come la pittura non si riferisce più al mondo naturale ma piuttosto alla sua memoria, alle ceramiche di Arcangelo della serie "Le Case degli Irpini" che diventano case ideali e comuni, fuori dal tempo e dallo spazio, nel riferimento ad una terra che è al tempo stesso materia da plasmare e immagine materna, quasi uterina.

Opera di Franco Marrocco

«Le opere selezionate da Arcangelo e Franco Marrocco per questa mostra - spiega il curatore Giovanni Iovane - sono un originale e significativo esempio di una ricerca artistica concentrata sull'esperienza e sulla pratica, spesso istintiva, piuttosto che su schematismi concettuali programmati.

Le opere di Franco Marrocco appartengono a una serie intitolata "L'eco del Bosco", in cui l'artista sperimenta il valore e la visione residuale di un paesaggio astratto.

"L'eco del bosco" che si sviluppa in queste opere, frutto di sovrapposizioni e velature, appartiene non a ciò che resta di un paesaggio ma a un rammemorare gestuale e istintivo. Il naturalismo di Marrocco è originato da un "espediente": la possibilità di far affiorare un paesaggio; una immagine pittorica senza concetto ma con una intensa relazione con il fare pittura.

La ricerca artistica di Arcangelo s'impone sin dalla fine degli anni '80 nel segno del paesaggio. Ancor oggi, attraverso sperimentazioni originali e intensi cicli pittorici, l'artista ci presenta una sorta di grande atlante visionario e istintivo di una terra e di un mondo personale.

Opera di Arcangelo Marrocco

Caratteristica peculiare delle opere di Arcangelo risiede nella sua capacità di rendere visibile non solo il gesto pittorico ma di trasformarlo in una energia che si fissa all'interno dell'immagine.

Tale proprietà espressiva si manifesta con singolare sprezzatura figurativa anche nelle sue ceramiche e nelle sculture in terracotta. "Case", "orti" e "giardini" che talora, quasi a segnare il naturalismo,  presentano inserti, ad esempio, di mais e origano. Segnare la natura, la terra del sud e il paesaggio sono attività peculiari delle sculture di Arcangelo».